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Elfi dei Boschi

Elfi Dei Boschi

La Storia dei Leath

I Leath, come li chiamano i loro cugini, sono la cultura Elfica più antica di cui ci siano resoconti scritti.

Come ogni ceppo della loro razza, sono stati benedetti da una vita naturale che può spaziare millenni, un’affinità naturale con la magia e un’attitudine innata a padroneggiare qualsiasi attività a cui si dedichino. Quest’ultimo dono, come per gli altri Elfi, è la conseguenza naturale di uno spirito capace di percepire il mondo esterno con una singolare e travolgente passione.

Più di ogni altra creatura, i Leath sperimentano le emozioni come una vera forza della natura, che sia questo amore, gioia, rabbia o odio, e ciò gli dona una singolare empatia con tutto ciò che di vivo li circonda, empatia che loro hanno deciso di abbracciare in ogni istante della loro lunga esistenza.

Il Narasheen e il Virash

Questa condizione non è scevra di pericoli, infatti rischiano costantemente di soccombere al Narasheeen, o meglio “L’Annegare Dello Spirito”.

Coloro che vi soccombono possono sia entrare in uno stato catatonico che duri millenni, oppure venire bruciati in poche ore dalle loro passioni che li portano a uccidersi o venire uccisi.

A differenza dei Naedir, che cercano di contenere e indirizzare i loro sentimenti attraverso il focus in determinate attività specifiche, I Leath ricercano l’equilibrio interiore, esteriorizzando il loro spirito il più possibile, fondendolo con la natura circostante e dissipandone l’intensità.

Per riuscirci, ogni Leath, raggiunta l’età adulta, intraprende un pellegrinaggio (il Virash o “La Strada Solitaria”) che può durare dai dieci ai cento anni, in territori selvaggi e possibilmente inabitati, con lo scopo di favorire una ricerca interiore che gli permetta di entrare in sintonia con il loro “Io” e con l’ambiente circostante.

Non è sbagliato pertanto affermare che questo popolo diventi parte integrale delle foreste in cui vivono, sentendo gli alberi e le creature che li circondano come ramificazioni del loro essere, e non deve sorprendere pertanto la ferocia con quale sono pronti a difendere i loro territori ancestrali.

La ricerca continua dell’equilibrio fa sì che il loro approccio al mondo sia diametralmente opposto a quello dei Naedir.

Dove gli Elfi Alti cercano di plasmare, i Leath cercano di adattare, dove i primi cercano di controllare, i secondi ricercano una forma di comunione simbiotica.

Un’altra differenza sostanziale tra i Naedir e i Leath è che, mentre i primi costituiscono un popolo per lo più omogeneo, unito sotto un’unica filosofia di predestinazione divina, il popolo degli Elfi Dei Boschi si suddivide in innumerevoli Dinastie, che si differenziano dalla filosofia adottata per entrare in comunione con la natura e trovare l’equilibrio necessario per evitare il Narasheeen.

I pellegrini infatti, non sempre fanno ritorno ala loro Dinastia di provenienza, ma nel caso riscoprano in sé stessi una filosofia diversa, si stabiliranno in una Dinastia con ideologia affine.

Le Dinastie degli Elfi dei Boschi

Le filosofie adottate sono diverse, ma le principali si ricollegano agli elementi della terra, dell’aria e dell’acqua, che finiscono per caratterizzare ogni aspetto del quotidiano del clan che li abbraccia.

La Via dell’Aria

Coloro che seguono la Via dell’Aria sono spiriti liberi volatili, spesso nomadi, che vivono con leggerezza, senza farsi mai coinvolgere più di tanto dagli imprevisti del quotidiano e trovandosi davanti a un ostacolo, preferiscono aggirarlo che affrontarlo.

La Via dell’Acqua

Coloro che seguono la Via dell’Acqua hanno un approccio simile nell’accogliere imprevisti, ma quando si trovano davanti a un ostacolo, lo affrontano con calma e persistenza fino a riuscire a superarlo.

La Via della Terra

I Filosofi della Terra, invece conoscono la calma di un masso posto al centro di una foresta. Inamovibili nelle loro convinzioni, lasciano che tutto ciò che possa turbare il loro equilibrio, rimbalzi sulla solidità delle loro certezze e affrontano gli ostacoli con una ponderatezza estrema, che può trasformarsi in una valanga inarrestabile una volta trovata una definizione.

La Via del Fuoco

Una filosofia riconosciuta da tutte le Dinastie però è la Via del Fuoco, applicata raramente e solo nel caso in cui i Leath siano costretti a scendere in campo in una guerra offensiva.

In questi casi il pericolo di soccombere al Narasheeen è altissimo e pertanto i Leath si preparano spiritualmente, accogliendo coscientemente il fuoco nel loro spirito, predisponendosi al contempo a spegnerlo una volta che la battaglia sia conclusa.

Il processo richiede un periodo di meditazione e molti elfi scendono sul campo con rune di sangue dipinte in volto, che rimuoveranno successivamente per lavare via l’Ira dal loro cuore. Questa condizione spesso coincide con la Caccia Selvaggia. I Leath devono indirizzare la loro passione unendosi ad uno schieramento della Caccia Selvaggia o lasciarsi divorare dalla frenesia più assoluta e scendere in battaglie senza fare prigionieri.

Il Rhamanat

Circa cinque secoli orsono, alcuni tra i più antichi dei Leath, esseri che avevano assistito all’origine della loro razza e alla separazione dagli Elfi Alti, semplicemente si sdraiarono come per dormire, ma non si svegliarono più, i loro corpi trasformati in piante con tratti umanoidi.

Non fu un evento isolato, ma un sasso lanciato in uno stagno tranquillo e da quel momento si moltiplicarono i casi di Leath che si addormentavano senza più risvegliarsi.

I Leath accettarono questo fenomeno, denominato il Rhamanat, “L’Ultimo Sonno”, come parte dell’ineluttabile cerchio della vita, ma nondimeno il loro numero calò notevolmente.

Incapaci di difendere i loro sacri boschi dalle giovani e prolifiche nuove razze, seguirono Orion e i Naedir nel santuario sicuro di Alfheim, dal quale spedizioni di Elfi partono per visitare e cercare di preservare gli altri regni, il primo dei quali Avalon.

Orion

Nonostante siano divisi in innumerevoli Dinastie, gli Elfi dei Boschi sono unificati sotto un unico re, Orion, il più antico tra di loro e sposo della Regina dei Naedir, Alarielle.

Ai tempi della separazione del popolo degli Elfi, Alarielle e Orion erano semplicemente due giovani innamorati di un amore puro e cristallino come lo può sperimentare solo un elfo.

Si sposarono scambiandosi voti eterni, cosa rara per membri della loro razza.

A breve le loro rispettive convinzioni li portarono a separarsi, uno rimanendo nei boschi e l’altra seguendo i Naedir e il loro credo, ma nonostante questo per i due nulla è cambiato.

Sono le due metà di un unico essere, la cui unione è di molto superiore alla somma delle parti e che nelle loro lunghe vite, sono stati il collegamento che evitasse che i loro popoli prendessero strade completamente diverse, persino divergenti.

Orion è un vagabondo, che girando di villaggio in villaggio, tiene unificato il suo popolo a cui trasmette la sua sapienza e le conoscenze acquisite durante i suoi viaggi.

È famoso tra gli elfi per essere il solo ad aver sconfitto il Rhamanat, in quanto dopo essersi addormentato e trasformato in quercia il primo giorno d’inverno, si risvegliò il primo giorno di primavera, iniziando un ciclo che dura fino ad oggi.

Ogni Leath sa che alla cintura, Orion tiene un magico corno, il cui suono riverbera nello spirito di ognuno di loro chiamandoli a raccolta nel momento del pericolo.

Elfi dei Boschi Nobili

· Orion
· Daarion

Elfi dei Boschi Ancestrali

· Orion

Riguardo al Costume

Gli Elfi de Boschi vestono con i colori della natura, varie tonalità di verdi e marroni, con cui vivono in perfetta armonia.
Amano anche ornare le loro vesti con elementi ed inserti naturali, come foglie, edere, rami.

 

Abilità Distintive

Gli Elfi dei Boschi sono combattenti fenomenali.
Combattono molto spesso con Archi o utilizzando l’abilità Ambidestria.